Sì, ho cominciato questa pazza avventura esattamente un anno fa, quando ancora muovevo i primi passi nel blog, con la ricetta dei Pici.
Questa volta le sorelle Chiara e Marta, del blog La cucina spontanea, in qualità di vincitrici della precedente sfida, hanno deciso che la ricetta di questo mese doveva basarsi sullo spezzatino, ovvero su un secondo piatto di carne, da preparare assieme ad una verdura, e accompagnato dall'indispensabile "puccetta", cioè da un pane con cui fare la 'scarpetta' per raccogliere il sughetto dal piatto.
Dico la verità, non sono un grande amante dello spezzatino perché lo associo a ricordi poco piacevoli, quando lo dovevo mangiare alla mensa scolastica, dove ci rifilavano pezzi di carne di qualità assai dubbia.
Ho così deciso di preparare qualcosa di insolito e che sicuramente avrei gradito. E il mio pensiero è subito andato allo ZIGHINì, che ho mangiato in occasione del matrimonio di mio nipote Diego con Abeba, una bellissima ragazza Etiope.
i miei nipoti Diego e Abeba al loro matrimonio |
Con questa scelta mi sono ispirato alla regola dell'MTC che impone un piatto di tradizione, ma non di territorio. E questo mese il mio pensiero è volato direttamente in Etiopia, dove lo Zighinì costituisce il piatto tipico della tradizione di questo Paese, pur essendo molto diffuso anche nella cucina eritrea e somala.
Lo zighinì è composto da uno spezzatino di carne, che può essere di manzo, di pollo o di agnello, che viene cotto insieme a cipolle e pomodori e speziato con il berberè, che è una polvere piccante a base di numerose spezie, tra cui peperoncino, zenzero, pepe nero, chiodi di garofano, curcuma, coriandolo, pimento, ecc.
Si serve insieme a verdure e legumi vari che fanno da accompagnamento, e viene adagiato sopra forme di pane injera. L'injera è un pane a lievitazione molto lunga, che assomiglia a una grossa crèpe, dalla struttura piuttosto spugnosa e dal gusto acidulo, che ben si accompagna con i piatti piccanti a base di berberè.
Questo pane viene utilizzato sia come base per raccogliere tutti gli ingredienti insieme al loro condimento, sia come cucchiaio per prendere con le mani i pezzetti di carne e di verdure e portarli alla bocca. Lo zighinì, infatti, si serve senza posate.
1. Con largo anticipo comincio a preparare il pane injera, che richiede almeno 2 giorni di lievitazione.
In Africa questo pane lo preparano con farina di "teff", un cereale simile al miglio, che cresce sugli altopiani etiopi e che è praticamente introvabile in Italia.
Io lo preparo usando i seguenti ingredienti.
- Farina 00 (130 g)
- Farina di mais fioretto (130 g)
- Farina integrale (75 g)
- Acqua tiepida (300 ml ca.)
- Lievito di birra disidratato (3-4 g)
- Acqua bollente (150 ml ca.)
- Bicarbonato (2-3 g).
Con una frusta mescolo energicamente l'impasto fino ad ottenere una pastella morbida ed omogenea, quindi copro con una pellicola e lascio fermentare a temperatura ambiente per 2 giorni e mezzo.
Passato questo tempo riprendo l'impasto, che nel frattempo si è riempito di bollicine, e aggiungo 150 ml di acqua molto calda e 1/2 cucchiaino di bicarbonato. Mescolo ancora un po' con la frusta, copro di nuovo con la pellicola e metto a riposare per un'altra ora circa.
A questo punto il composto avrà una consistenza piuttosto fluida e sarà pieno di bolle.
A differenza delle crèpes, l'injera si cuoce solo da una parte e non va girato. Si versa un po' di composto in una padella anti aderente molto calda e, quando si cominciano a formare le bollicine dopo pochi istanti, si copre con un coperchio in modo che con il calore si cuocia anche la parte superiore.
2. Preparazione dello Zighinì.
- Carne: copertina di bistecca di manzo (kg 1,100)
- 4 cipolle rosse
- 2 spicchi di aglio
- 4 cucchiai di Berberè etiope
- Polpa di pomodoro (400 g)
- 3 patate
- Olio, acqua, sale e pepe (qb).
Questo è il procedimento che ho seguito sulla base delle indicazioni fornite da mia nipote Abeba.
Taglio le cipolle a pezzi piuttosto piccoli e le metto ad appassire in un ampio tegame con un bicchiere d'acqua ed un cucchiaio di olio.
L'acqua è necessaria da subito perché serve a sciogliere le cipolle e ad evitare che possano abbrustolirsi. Solo quando si sono bene ammorbidite, si può mettere un altro poco di olio.Taglio le cipolle a pezzi piuttosto piccoli e le metto ad appassire in un ampio tegame con un bicchiere d'acqua ed un cucchiaio di olio.
Quando le cipolle si sono sciolte e risultano ben cotte, versare 3 cucchiai abbondanti di berberè.
Il mio berberè l'ho avuto da mia nipote Abeba che se l'è portato direttamente dall'Etiopia quando l'estate scorsa era andata a trovare i suoi parenti. E' una polvere finissima dal colore rosso acceso, dall'aspetto completamente diverso da quello che ho visto nelle buste in vendita in alcuni negozi specializzati.
Con l'aggiunta del berberè, le cipolle del tegame diventano subito rosse.
Lasciare cuocere a fuoco moderato per almeno 20 minuti, aggiungendo un po' d'acqua se si asciuga troppo.
Quindi aggiungere una scatola di polpa di pomodoro e lasciare cuocere per almeno altri 10 minuti.
Quando il sugo si sta asciugando mettere la carne, senza aggiungere acqua.
Girare bene, coprire con il coperchio e lasciare bollire a lungo tenendo il fuoco basso. Girare di tanto in tanto e, solo quando il liquido della carne è stato completamente assorbito, aggiungere l'aglio che dev'essere ridotto a poltiglia (io ho usato lo schiaccia aglio), una presa di sale e un paio di bicchieri d'acqua. Aggiungere infine le patate tagliate a cubettoni.
L'aggiunta di altra verdura oltre la cipolla è prevista, ma non è obbligatoria. Io ho aggiunto le patate per attenuare, per quanto possibile, l'effetto 'incendiario' del berberè.
Continuare a cuocere con il tegame coperto per almeno un'altra mezz'ora, fin quando la carne sia diventata bella morbida e le patate risultino ben cotte ma ancora sode.
3. Preparazione delle verdure di accompagnamento.
Per accompagnare la carne si possono usare vari tipi di verdure crude o cotte.
Io molto semplicemente ho usato:
Per questa incombenza mi faccio aiutare da Abeba, che nel frattempo è venuta a casa mia per l'assaggio.
Al centro di un largo piatto piano metto 3 pani injera in modo da coprire bene il fondo; al centro, sopra i pani, dispongo lo spezzatino di carne con le patate e, tutto intorno, le verdure di accompagnamento. Sui bordi metto infine qualche rotolo di pane injera in modo che ciascun commensale possa staccarne un pezzo e prendere qualcosa dal piatto.
5. Prova assaggio.
Dico la verità, questo piatto mi ha tenuto in ansia fino alla fine, ma il risultato è stato veramente strepitoso.
Abeba, che è molto esperta su questo genere di piatti, mi ha invitato a casa sua per rifarne un altro perché, a suo dire, questo zighinì sembrava fatto da un esperto navigato.
Non mi dilungo con la descrizione, ma il piatto era veramente molto buono e saporito, la carne tenerissima ed il piccante ben presente, ma equilibrato dalle patate che ne hanno in parte attenuato la forza.
Note.
Prima dello zighinì, il pranzo è cominciato con un brodo di carne con tagliolini all'uovo (preparati espressamente da me) che, nella sua leggerezza, doveva servire a preparare lo stomaco degli ospiti al successivo piatto forte.
Come vino ho scelto uno Syrah terre siciliane IGP del 2012.
Il mio berberè l'ho avuto da mia nipote Abeba che se l'è portato direttamente dall'Etiopia quando l'estate scorsa era andata a trovare i suoi parenti. E' una polvere finissima dal colore rosso acceso, dall'aspetto completamente diverso da quello che ho visto nelle buste in vendita in alcuni negozi specializzati.
Con l'aggiunta del berberè, le cipolle del tegame diventano subito rosse.
Cipolla e berberè, prima di aggiungere il pomodoro |
Quindi aggiungere una scatola di polpa di pomodoro e lasciare cuocere per almeno altri 10 minuti.
Quando il sugo si sta asciugando mettere la carne, senza aggiungere acqua.
Girare bene, coprire con il coperchio e lasciare bollire a lungo tenendo il fuoco basso. Girare di tanto in tanto e, solo quando il liquido della carne è stato completamente assorbito, aggiungere l'aglio che dev'essere ridotto a poltiglia (io ho usato lo schiaccia aglio), una presa di sale e un paio di bicchieri d'acqua. Aggiungere infine le patate tagliate a cubettoni.
L'aggiunta di altra verdura oltre la cipolla è prevista, ma non è obbligatoria. Io ho aggiunto le patate per attenuare, per quanto possibile, l'effetto 'incendiario' del berberè.
Continuare a cuocere con il tegame coperto per almeno un'altra mezz'ora, fin quando la carne sia diventata bella morbida e le patate risultino ben cotte ma ancora sode.
3. Preparazione delle verdure di accompagnamento.
Per accompagnare la carne si possono usare vari tipi di verdure crude o cotte.
Io molto semplicemente ho usato:
- ceci lessati e frullati con un poco d'olio, un pizzico di sale e una girata di pepe;
- Pomodorini rossi Piccadilly conditi con un po' di sale e olio;
- Insalatina songino (valerianella) anch'essa condita con sale ed olio.
Per questa incombenza mi faccio aiutare da Abeba, che nel frattempo è venuta a casa mia per l'assaggio.
Al centro di un largo piatto piano metto 3 pani injera in modo da coprire bene il fondo; al centro, sopra i pani, dispongo lo spezzatino di carne con le patate e, tutto intorno, le verdure di accompagnamento. Sui bordi metto infine qualche rotolo di pane injera in modo che ciascun commensale possa staccarne un pezzo e prendere qualcosa dal piatto.
5. Prova assaggio.
Questo sono io con Abeba intenti a mangiare lo zighinì |
Dico la verità, questo piatto mi ha tenuto in ansia fino alla fine, ma il risultato è stato veramente strepitoso.
Abeba, che è molto esperta su questo genere di piatti, mi ha invitato a casa sua per rifarne un altro perché, a suo dire, questo zighinì sembrava fatto da un esperto navigato.
Non mi dilungo con la descrizione, ma il piatto era veramente molto buono e saporito, la carne tenerissima ed il piccante ben presente, ma equilibrato dalle patate che ne hanno in parte attenuato la forza.
Note.
Prima dello zighinì, il pranzo è cominciato con un brodo di carne con tagliolini all'uovo (preparati espressamente da me) che, nella sua leggerezza, doveva servire a preparare lo stomaco degli ospiti al successivo piatto forte.
Come vino ho scelto uno Syrah terre siciliane IGP del 2012.