sabato 27 settembre 2014

Ciambellone di riso

Questo mese il protagonista dell' MTC è il riso, declinato secondo 3 tecniche di cottura: la cottura per assorbimento (nota anche con il termine improprio di cottura al vapore), la cottura al latte e la cottura pilaf, tutte splendidamente descritte sul blog acquavivascorre.
Per la scelta del tipo di cottura non ho avuto dubbi. Dal momento che mi piacciono tantissimo i dolci di riso, mi sono subito indirizzato verso la cottura al latte.

Purtroppo questo mese ho corso il serio rischio di mancare al consueto appuntamento per una serie di impegni (sto facendo dei lavori nella vecchia casa di mia moglie in Toscana), che mi hanno tenuto spesso lontano da casa.
Poi la voglia di partecipare ha prevalso ed ho così deciso di esserci anche questo mese, magari con una ricetta semplice semplice fatta all'ultimo momento.

Per fare questo dolce mi sono basato su una vecchia ricetta con cui mia nonna faceva il budino di riso.
Gli ingredienti usati sono alquanto ridotti, e conseguentemente il dolce ottenuto non è molto grande, per assecondare almeno in parte le prescrizioni del mio medico, che mi ha ordinato di evitare i dolci.

Ingredienti (per 4 persone)

  • 80 g di riso (Roma)
  • 500 ml di latte
  • 70 g di zucchero
  • 70 g di uva sultanina
  • 4 uova
  • 1 baccello di vaniglia
  • 1 noce di burro
  • 1 pizzico di sale
  • 1/2 bicchierino di rhum
  • un po' di burro e farina per foderare lo stampo
  • 2-3 cucchiai di zucchero a velo per la copertura

Preparazione

Per prima cosa faccio rinvenire l'uva sultanina tenendola in acqua tiepida per una ventina di minuti.
Quindi, seguendo le istruzioni di Acquaviva, procedo allo sbianchimento del riso: lo scotto per 1 minuto in acqua bollente, lo scolo e poi lo sciacquo in acqua fredda.


Nel frattempo metto a scaldare il latte in un tegame piuttosto largo insieme a un baccello di vaniglia che ho previamente aperto a metà con un coltellino ben affilato.
Quando il latte è caldo, ma prima che inizi a bollire, aggiungo il riso sbianchito e un pizzico di sale. Faccio quindi sobbollire dolcemente girando continuamente con una paletta di legno.


A metà cottura, dopo circa un quarto d'ora, tolgo il baccello di vaniglia e aggiungo lo zucchero, una noce di burro ed infine l'uva sultanina ben strizzata.
Continuo a cuocere a fiamma dolce per circa mezz'ora girando continuamente. Quando il composto si è addensato bene ed il riso risulta cotto a puntino, tolgo dal fuoco e lascio intiepidire.
Mentre il riso si raffredda monto a neve le chiare di due uova. Quindi incorporo al riso i due tuorli ed altre due uova intere; amalgamo bene, quindi aggiungo un goccio di rhum ed infine le chiare montate a neve che incorporo nella massa con molta delicatezza.



A questo punto verso tutto in uno stampo leggermente unto di burro e spolverizzato con farina.
Avendo ottenuto una una quantità di impasto piuttosto limitata, ho usato uno stampo per ciambelle, che era il più piccolo che avevo.

Metto il dolce nel forno già caldo (180°) e lo lascio cuocere per quasi mezz'ora, fin quando la superficie risulti leggermente imbrunita. Quando è il momento, lo tolgo dal forno e lo lascio raffreddare per alcuni minuti.



Tolgo quindi il ciambellone dallo stampo e lo decoro con un sottile strato di zucchero a velo.



E con questa semplice ricetta partecipo anche questo mese all'MTChallenge.












martedì 23 settembre 2014

Pomodorini confit con melanzane

Non avendo mai fatto una preparazione "confit", ho pensato che è giunto il momento di provarci.
Da internet apprendo che vengono chiamate confit le varie preparazioni di frutta e verdura che prevedono una cottura prolungata a fuoco basso, con zucchero o aceto. Apprendo pure che la parola "confit" deriva dal verbo francese "confire" che significa conservare; infatti in Francia sin dal medioevo il termine confit si riferiva ai frutti marinati con lo zucchero, alle carni cotte lentamente nel grasso, ma anche ai vegetali conservati nell'aceto o alle acciughe nel sale.

Con questa ricetta ho voluto provare a fare dei pomodorini confit, da usare insieme alle melanzane, per un antipasto o un contorno insolito e saporito.

Preparazione del confit di pomodoro (per 3 persone).

Prendo 400 g di pomodori datterini che lavo e asciugo bene.



In una tazzina mescolo un po' di sale (io ho usato il sale rosa dell'Himalaya) con il pepe nero, entrambi macinati al momento.



Taglio a metà i pomodorini, li dispongo sulla leccarda del forno foderata con un foglio di carta da forno, quindi distribuisco su ciascun pomodorino un pizzico del miscuglio di sale e pepe.




Prendo uno spicchio d'aglio, 8-10 rametti di maggiorana e 7-8 rametti di timo.



Stacco le foglie delle erbe e le trito al coltello insieme all'aglio.



Al trito di erbe aggiungo un cucchiaino di origano essiccato e 5 cucchiaini rasi di zucchero (20-25 g circa). Dopo aver mescolato bene, con un cucchiaino distribuisco il tritato aromatico (e dolce) su ciascun pomodorino.



Nel frattempo metto a insaporire 5-6 cucchiai di olio extravergine d'oliva con qualche foglia di menta romana.
Mescolo di tanto in tanto e, dopo qualche minuto, verso un cucchiaino d'olio profumato alla menta su ciascun pomodorino.
L'olio rimasto lo conservo per condirci le melanzane.



Metto il preparato in forno a disidratarsi tenendolo a 160° per quasi un'ora e mezza.
Dopo aver spento il forno ho però constatato che i pomodorini situati nel fondo del forno si erano un po' sbruciacchiati. Dato che i pomodori erano piuttosto piccolini, forse avrei dovuto tenere la temperatura un po' più bassa (140° ?) ed eventualmente aumentare un poco il tempo di cottura. Ma fortunatamente la maggior parte era ben cotta e perfettamente disidratata.

Preparazione delle melanzane.

Prendo 3 melanzane ovali di medie dimensioni, le lavo ed asciugo bene, quindi le bucherello con uno stecchino su tutta la superficie.
Elimino il cappuccio e le dispongo intere in una pirofila, che metto a cuocere nel microonde alla massima potenza (950 w) per 12 minuti. Spengo il micro, elimino la poca acqua di vegetazione che si è depositata sul fondo e riprendo la cottura per altri 2 minuti.




Divido ciascuna melanzana in 4 spicchi, tagliandola nel senso della lunghezza.
Recupero l'olio avanzato dal confit e lo verso nella pirofila; aggiungo ancora un paio di cucchiai d'olio (se necessario), qualche foglia di menta e un poco d'aglio tritato molto finemente.
Aggiungo infine le melanzane a spicchi , un poco di sale e condisco tutto con molta delicatezza, lasciandole insaporire nella marinata per qualche minuto.



A questo punto dispongo 4 spicchi di melanzana sul fondo di una ciotola e completo la preparazione mettendoci sopra 8-10 pomodorini confit ed un cucchiaio di olio aromatizzato che ho recuperato dal fondo della pirofila.



E' un ottimo piatto che si può consumare come antipasto o come contorno. Io tuttavia l'ho mangiato come secondo vegetariano, dopo un abbondante piatto di pasta al sugo di pomodori e melanzane.





venerdì 19 settembre 2014

Filetti di merluzzo con fagiolina del Trasimeno

Ultimamente sono stato qualche tempo a Cortona, in Toscana, per organizzare alcuni lavori da fare nella vecchia casa di mia moglie.
Vista la vicinanza, non ho dimenticato di fare un salto a Castiglione del Lago, sul Trasimeno, per comprare la 'Fagiolina del Trasimeno'.
Di questo particolarissimo legume ho già avuto modo di parlarne in un paio di occasioni (qui e qui). Stavolta mi limito a ricordare che è inserita tra i Presidi Slow Food come prodotto unico ed irripetibile e che la produzione è tutelata dal Consorzio Fagiolina del Trasimeno che ne garantisce la qualità al consumatore, nel totale rispetto del Disciplinare di Produzione.


Fagiolina del Trasimeno
Fagiolina del Trasimeno

Seguendo i consigli della signora Alessandra, della Dispensa del Lago, il negozio dove ho comprato la Fagiolina, con la quale sono ormai entrato in confidenza, ho voluto provare ad usarla per una nuova preparazione: i filetti di pesce con fagiolina.

Per questa preparazione si usano tipicamente i pesci di lago (Tinca o  Persico), ma io a Roma ho dovuto ripiegare verso un pesce marino ed ho scelto il merluzzo, che è un pesce pregiato e dal sapore molto delicato.
Dal mio pescivendolo di fiducia trovo 2 merluzzi freschissimi, del peso di circa 450 g ciascuno, che gentilmente mi riduce in filetti.

Gli ingredienti usati sono (per 2 persone):
  • 2 merluzzi da 450 g (circa) sfilettati;
  • 200 g di Fagiolina del Trasimeno (io ne ho usati 350 g);
  • 4 pomodorini piccadilly;
  • una carota e un gambo di sedano;
  • 1-2 spicchi di aglio e 1 bacca di peperoncino;
  • 4 cucchiai di olio extravergine di oliva;
  • 1/2 bicchiere di vino bianco;
  • sale.
PREPARAZIONE
Comincio a lessare la fagiolina in abbondante acqua insieme a una piccola carota e un gambo di sedano; la faccio bollire per 35-40 minuti circa e soltanto verso la fine aggiungo un pugnetto di sale. Siccome la buccia di questo legume è molto tenera, non è necessario tenerla in ammollo; è tuttavia consigliabile sciacquarla bene per eliminare eventuali impurità (tegumenti, semi rotti, ecc.).
Quando è cotta, ma ancora al dente, la scolo e la metto da parte (il liquido di cottura lo conservo per eventuali altri usi).



Passo quindi a cuocere il pesce.
Faccio dapprima rosolare uno spicchio d'aglio ed un peperoncino intero in 3-4 cucchiai di olio extravergine d'oliva; quando l'olio si è insaporito, elimino l'aglio e aggiungo i filetti di merluzzo, disponendoli con la pelle verso il basso.



Dopo 7-8 minuti elimino il peperoncino e rigiro i filetti perché cuociano dall'altra parte. Aggiungo un pizzico di sale, un po' di vino bianco che faccio sfumare per qualche minuto e quindi i pomodorini tagliati in 4 parti.



Copro con un coperchio e lascio cuocere per una quindicina di minuti.
A cottura quasi ultimata ricopro il pesce con la fagiolina e la lascio insaporire ancora per pochi minuti a fuoco moderato.


Per mantenere tutto abbastanza umido, ho aggiunto anche qualche cucchiaio di acqua di cottura della fagiolina, che saggiamente avevo tenuto da parte.

A fine cottura il pesce sarà diventato tenerissimo, ma anche abbastanza difficile da maneggiare senza romperlo in pezzi più piccoli.
Ed ecco il piatto finito, dal sapore molto delicato e particolare.


Naturalmente se non si ha la fagiolina del Trasimeno, che è un prodotto esclusivamente locale, si può provare ad usare una diverso tipo di legume.



giovedì 4 settembre 2014

Mousse di ricotta

Questa ricetta l'ho praticamente copiata dal blog Perle ai Porchy di Silvia, alla quale ho apportato soltanto qualche piccola modifica.
Nel leggerla mi ha parecchio invogliato a provarla perché mi sembrava molto buona, facile e veloce da fare. Inoltre non ricordo di aver mai fatto una mousse, e questo ho ritenuto che fosse un altro buon motivo per provare a rifarla.

Gli ingredienti differiscono lievemente da quelli suggeriti da Silvia perché ho usato quelli di cui disponevo al momento e che giacevano in dispensa da chissà quanto tempo.
Per 3 persone ho dunque usato: 200g di ricotta romana (di pecora), 50g di zucchero a velo normale + 40g di zucchero vaniglinato e 1 chiara d'uovo (il tuorlo mi sono dimenticato di aggiungerlo); inoltre: cioccolato fondente per guarnire.

La preparazione è semplicissima.
Metto la ricotta e lo zucchero a velo in una ciotola e li lavoro con una forchetta per omogeneizzare il composto (la ricetta di Silvia prevedeva anche l'aggiunta del tuorlo d'uovo, ma io me ne sono ricordato troppo tardi e non l'ho messo).
Monto a neve la chiara d'uovo fino a che diventi ben soda e la incorporo nel composto di ricotta e zucchero, mescolando bene con delicatezza.



Con un cucchiaio verso il composto in 3 coppe, che guarnisco con un poco di cioccolato fondente ridotto a granellini con una grattugia a fori grandi.


All'assaggio questa mousse è risultata molto dolce e cremosa, da consumare comunque in dosi piuttosto ridotte in modo da prevenire l'insorgenza di un precoce  senso di sazietà.