mercoledì 27 maggio 2015

Sono diventato nonno

Ieri mia figlia mi ha fatto un regalo bellissimo: mi ha dato uno splendido nipotino. Eccolo appena nato



E qui c'è il nonno, la mamma ed il bambino che ha neanche un giorno di vita.






venerdì 22 maggio 2015

Risotto con vongole e crema di patate

Non c'è niente da fare, avendo fatto per tanti anni il ricercatore, la voglia di sperimentare qualcosa riaffiora inevitabilmente.
Tempo fa ho visto in TV una ricetta dello chef Antonino Cannavacciuolo, ma non ho avuto il tempo di prendere nota degli ingredienti né del procedimento usato. Vado così a memoria, sperimentando a modo mio un piatto nuovo a base di riso, vongole e crema di patate.

La ricetta è per 2 persone.

1 - Per prima cosa prendo dal pescivendolo 600 g di vongole fresche, metà vongole veraci e metà lupini, cioè i molluschi più piccoli, senza le 'antenne', che sono anche più saporiti.
Le pulisco bene tenendole un paio d'ore in acqua e sale grosso; le sciacquo poi ripetutamente in acqua corrente e le metto al fuoco in un tegame coperto per farle aprire.
Dopo 2 o 3 minuti, quando si sono aperte, recupero l'acqua del fondo filtrandola in un colino su cui avrò disposto qualche quadratino di garza sterile. Tolgo i molluschi dalle valve e li tengo da parte in un piatto, lasciando qualche vongola intera che useremo per guarnizione.

2 - Vado quindi a preparare la crema di patate.
Serve: 1 piccola cipolla (o uno scalogno), 1 patata, 2-3 foglie di salvia e un po' di brodo di pesce (io brodo vegetale).
Mettere a rosolare in un poco d'olio una piccola cipolla rossa di Tropea tagliata finemente al coltello (ma si può usare anche uno scalogno).
Quando la cipolla comincia ad ammorbidirsi aggiungere una patata sbucciata e tagliata a cubetti piccolini ed un paio di foglie di salvia tritate.



Cuocere per qualche minuto a fuoco vivace, quindi aggiungere il brodo, un mestolo per volta. Coprire la padella e cuocere a fuoco medio, girando di tanto in tanto (non c'è bisogno di aggiungere sale o pepe).



Quando le patate si sono ammorbidite, frullare tutto nel bicchiere del minipimer, diluendo e insaporendo il composto con l'acqua filtrata delle vongole, fino ad ottenere una vellutata di patate molto saporita e piuttosto cremosa.

3 - Preparazione della salsa al limone.
In un mortaio schiacciare 2 spicchi di aglio insieme ad una manciata di foglie di prezzemolo tritate grossolanamente, il succo di mezzo limone, un pizzico di sale, un giro di pepe e 2 cucchiai d'olio evo.



4 - Preparazione del risotto.
Tostare il riso in una pentola asciutta (senza olio né altri liquidi).


Quando i chicchi sono diventati molto caldi (attenzione però a non bruciarli) aggiungere un bicchiere di vino bianco, lasciare sfumare, quindi cominciare ad incorporare un po' per volta il brodo vegetale (sarebbe preferibile quello di pesce), tenuto ben caldo sul fornello.
Mescolare di frequente per evitare che il riso si attacchi sul fondo.
Quando mancano 3 o 4 minuti dal termine della cottura, mantecare aggiungendo a filo un poco d'olio e continuando a girare perché venga incorporato bene.
Aggiungere quindi la crema di patate, le vongole sgusciate ed un pugnetto di foglie di timo, continuando sempre a mescolare.
Quando il riso è cotto, ma ancora al dente, spegnere il fuoco e lasciarlo riposare per un minuto. Il riso deve rimanere 'all'onda', cioè piuttosto morbido e non troppo asciutto.

Versare il risotto nei piatti di portata e spolverare la superficie con altre foglie di timo. Guarnire con qualche vongola intera, distribuendo la salsina al limone sui bordi del piatto.








domenica 17 maggio 2015

Sformato di patate con verdure e pinoli

Oggi per mia figlia col pancione e mio genero ho voluto provare a fare un piatto vegetariano, che doveva essere leggero, saporito  e profumato, ma non piccante. L'idea l'ho ripresa dal libro "Le ricette di Eataly", cui ho apportato qualche piccola modifica.
Il risultato è stato sorprendentemente gradevole ed apprezzato.



Ingredienti
  • 5 patate medie (750 g ca.);
  • 400 g ca. di fagiolini (375 g puliti);
  • 2 scalogni;
  • 50 g di pinoli;
  • 2 uova medie (2 tuorli + 2 chiare montate a neve);
  • 3 cucchiai di parmigiano reggiano;
  • 2 cucchiai di pesto alla genovese;
  • 1 manciata di foglie di maggiorana;
  • 1 cucchiaino di zenzero in polvere;
  • 2 cucchiai di olio evo;
  • burro e pangrattato per rivestire il fondo della teglia.

Procedimento
  • Lessare, sbucciare e schiacciare le patate e metterle in una capiente ciotola.
  • Lavare i fagiolini, spuntarli e lessarli in acqua poco salata, lasciandoli molto al dente. Quando sono freddi tagliarli a pezzetti di 2-3 cm.



 
  • Tritare finemente 2 scalogni ed ammorbidirli in padella con 2 cucchiai d'olio. Quando cominciano a prendere colore unirvi i fagiolini e fare insaporire a fiamma dolce per 5 minuti. Lasciare raffreddare, quindi unirli alle patate.
  • Aggiungere il pesto alla genovese, il parmigiano, una spolverata di ginger, un bel pizzico di sale, 35 g di pinoli spezzettati grossolanamente al coltello ed una bella manciata di foglie di maggiorana, anche queste tritate molto grossolanamente. Mescolare tutto delicatamente.
  • Aggiungere infine 2 tuorli d'uovo e 2 chiare montate a neve, amalgamando il composto molto dolcemente con movimenti dal basso verso l'alto.


  • Foderare una teglia con un po' di burro e pangrattato e versarvi il composto, livellandolo bene. Cospargere la superficie con un mix di parmigiano e pangrattato; distribuire quindi i pinoli rimasti, pigiandoli un po' con le mani per evitare che cadano quando si deve sformare. Decorare infine con qualche fiocchetto di burro,

  • Mettere in forno caldo (200°) e cuocere per 40 minuti circa, fino a quando si forma la crosticina.


Il sapore di questo sformato di verdure (una specie di gateau) è stato molto apprezzato da tutti, grazie al sapore ed ai profumi dei vari ingredienti che ben si amalgamavano fra loro, formando un piatto alquanto insolito, ma gradevole, saporito ed appetitoso.



martedì 12 maggio 2015

Pasta al pomodoro con uvetta, pinoli ed erbe aromatiche

Per la prima volta la sfida dell'MTC verte su una preparazione che faccio spesso e che ho sempre amato: la pasta al pomodoro. Grazie Paola per avere proposto questo italianissimo piatto di antica tradizione nazionale!
Anche se l'idea non mi fa venire l'ansia da prestazione come nelle altre occasioni, si tratta comunque di un piatto tutt'altro che facile da realizzare, anche per i numerosi paletti che sono stati posti: tra questi cito l'obbligo di usare pasta di grano duro e di condirla con un sugo veloce a base di pomodoro.

Per decidere la ricetta da preparare per la sfida di questo mese ho pensato ad un piatto che ho proposto qualche tempo fa per mio genero che, oltre ad essere vegetariano, è anche un forte mangiatore di pasta. Per uscire dalla banalità ho pensato che questo piatto dovesse essere originale, saporito e profumato. E naturalmente anche veloce da preparare.
 


Ingredienti (per 4 persone)
  • 750 g di pomodori a grappolo (6 pomodori)
  • 2 spicchi di aglio
  • 1 piccola bacca di peperoncino
  • 60 g di pinoli
  • 75 g di uvetta sultanina
  • 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 1 manciata di foglie di maggiorana
  • 1 manciata di foglie di basilico
  • 4-5 foglie di menta
  • 2-3 cucchiai di pistacchi verdi di Bronte tritati molto finemente
  • 360 g di pasta di semola di grano duro (es. elicoidali o altro tipo di pasta a piacere)
  • sale

Procedimento

1 - Mettere in ammollo l'uva sultanina in un bicchiere di acqua tiepida.

2 - Tostare i pinoli in un tegamino insieme a un goccio d'olio. Togliere dal fuoco appena cominciano a colorirsi e tenerli da parte.



3 - Spellare i pomodori ponendoli in acqua bollente per 2 o 3 minuti e tuffandoli subito dopo in abbondante acqua ghiacciata (lo shock termico renderà più agevole la rimozione della buccia).


 4 - Tagliare i pomodori a spicchi e poi a cubettini, eliminando i semi e parte dell'acqua di vegetazione.



5 - In una padella sufficientemente capiente mettere a soffriggere l'aglio schiacciato e spellato in 3-4 cucchiai d'olio; se gradito, aggiungere anche un poco di peperoncino sbriciolato con le mani.

6 - Quando l'aglio comincia ad imbiondire, aggiungere la dadolata di pomodori e un pizzico di sale; incoperchiare e fare ammorbidire i pomodori a fuoco dolce per una decina di minuti.

7 - Togliere l'aglio. Aggiungere i pinoli tostati e l'uvetta ben strizzata, continuando a cuocere a fiamma moderata per altri 3 o 4 minuti.

8 - Aggiungere infine le erbe aromatiche (foglie di maggiorana e di basilico in pari quantità e qualche foglia di menta), tagliuzzando con le mani le foglie più grandi; fare insaporire il sugo continuando a cuocere per un altro paio di minuti.


 9 - Nel frattempo lessare la pasta in abbondante acqua salata. Scolare molto al dente, lasciandola piuttosto umida, e versarla nella padella con il sugo; saltarla brevemente in padella perché possa insaporirsi bene, quindi spegnere il fuoco quando la pasta è ancora al dente e lasciarla riposare per qualche secondo.

10 - Trasferire la pasta nei piatti di portata e finirla di condire con una spolverata di pistacchi tritati (in mancanza, o se si preferisce, si può usare del parmigiano). Guarnire il piatto con pinoli tostati ed un poco di uvetta.



Le erbe aromatiche, prelevate direttamente dai vasi del mio terrazzo, insieme agli altri condimenti, hanno reso questo piatto particolarmente gradevole, fresco e profumato.

Con questa ricetta partecipo, ancora una volta, alla sfida dell'MTChallenge.




 


venerdì 1 maggio 2015

Bucatini alla 'matriciana... senza maiale

Questo piatto l'ho preparato per mia figlia che è incinta e non può mangiare carne di maiale, quindi niente guanciale, né pancetta o prosciutto.
Certo, da buon romano so bene che l'amatriciana senza il guanciale è un altro piatto, ma questa scelta nasce dalla gentilezza del mio macellaio che, conoscendo le condizioni di mia figlia, mi ha regalato un assaggio di prosciutto d'oca. Questo, mi ha detto, non è di maiale e lo può mangiare anche tua figlia!

Con soli 35 grammi di prosciutto d'oca ho quindi deciso di preparare una specie di amatriciana, senza usare carne di maiale.



Come tutti sanno, il nome di questa salsa deriva da Amatrice, piccola cittadina laziale al confine con l’Abruzzo, e faceva parte del pasto principale dei pastori abruzzesi e dell’alta Sabina, che portavano nei loro zaini pezzi di pecorino, sacchette di pepe nero, pasta essiccata, guanciale e strutto.
Riguardo al nome, si deve tuttavia tenere presente che gli abitanti di Amatrice usano chiamarsi “matriciani” e pertanto il piatto originale veniva chiamato "matriciana" e non amatriciana come invece viene comunemente chiamato oggi. Gli ingredienti base sono il guanciale, il formaggio pecorino ed il pomodoro, mentre come pasta vengono usati gli spaghetti e non i bucatini come molti ritengono; ne è prova il fatto che dal 1992 il consiglio comunale di Amatrice ha deciso di aggiungere al nome del paesino il pittoresco appellativo di 'Città degli spaghetti' (non dei bucatini!).
Di questa salsa sono note diverse varianti, con ingredienti e metodi di preparazione talvolta alquanto differenti. Ad esempio, spesso si prepara aggiungendo la cipolla o l’aglio, ma ad Amatrice non usano né l’una, né l’altro.
Non è ammesso l'uso di panna, latte o altri derivati, se non il pecorino da spolverare abbondantemente sulla pasta quando il piatto è pronto.

Da queste notizie si capisce che, se la ricetta canonica prevede ingredienti e procedure molto rigorosi, pur tuttavia ammettendo alcune varianti, il piatto è ugualmente buono se viene in qualche parte leggermente personalizzato, in relazione anche alla disponibilità di alcuni ingredienti ed alle esigenze personali.

Questa mia 'matriciana rivisitata l'ho realizzata (per 3 persone) rispettando la semplicità della ricetta canonica.
  • Far 'sudare' il prosciutto d'oca in un cucchiaio d'olio extravergine e una piccola bacca di peperoncino spezzettata a mano.

  • Aggiungere la polpa di pomodoro (una scatola da 210 g) e cuocere e fuoco dolce.

  • Nel frattempo cuocere la pasta (stavolta ho usato i bucatini) in abbondante acqua salata, scolarla al dente, versarla piuttosto umida nella padella con il sugo ed insaporirla bene.
  • Versare nei piatti di portata e spolverizzare con abbondante pecorino romano.


Com'era da aspettarsi, senza usare aglio o cipolla, in pochi minuti è venuto un piatto molto saporito ed altrettanto gradito da tutti.




venerdì 24 aprile 2015

Pasta alla puttanesca

Si tratta di un piatto molto saporito, dalla preparazione facile e veloce, largamente diffuso nell'Italia centro-meridionale, in particolare in Campania e nel Lazio; in questa regione agli ingredienti tradizionali vengono di solito aggiunte le acciughe.
L'origine del nome di questo piatto è incerta. Alcuni dicono che il nome derivi dal fatto che il proprietario di una casa di tolleranza nei Quartieri Spagnoli, a Napoli, fosse solito preparare questo piatto, semplice ma molto gustoso, per i propri clienti.
Altri forniscono una spiegazione diversa, secondo la quale sembra che un gruppo di amici, essendosi recati in un piccolo ristorante ischitano dopo l'orario di chiusura, quando in cucina era finito tutto, dichiararono che pur di mangiare si sarebbero accontentati di una puttanata qualsiasi; fu così che il proprietario del locale inventò questo piatto fatto con ingredienti semplici che nella sua cucina non mancavano mai.

Per fare questa ricetta ho fatto riferimento alle indicazioni trovate su una zuppiera in ceramica che ho comprato alcuni anni fa a Caltagirone durante una mia vacanza in Sicilia. Naturalmente io ho apportato alcune lievi modifiche per adattarla alle mie esigenze e a quello che avevo a disposizione.


 
Ingredienti per 2 persone
  • 1 o 2 spicchi di aglio
  • 5 filetti di acciughe
  • 2 cucchiai di olive nere snocciolate
  • 1 cucchiaio di capperi
  • 7-8 pomodorini piccadilly
  • 3-4 cucchiai d'olio extravergine
  • 180 g di pasta lunga (es. vermicelli)
  • prezzemolo tritato
 
 
Procedimento
 
Fare imbiondire l'aglio spellato e privato dell'anima in qualche cucchiaio d'olio.
Dissalare e diliscare le acciughe (si possono anche usare quelle sott'olio) e disfarle nell'olio caldo.
Eliminare l'aglio. Aggiungere i capperi ben dissalati e tritati grossolanamente e subito dopo le olive tagliate a metà.
Aggiungere in ultimo i pomodorini tagliati a dadini (o anche salsa di pomodoro), coprire la padella e continuare a cuocere per una decina di minuti. Non dovrebbe essere necessario aggiungere sale.
 
 
Nel frattempo cuocere la pasta in abbondante acqua non troppo salata.
Quando è ancora molto al dente, scolarla e versarla nella padella quando è ancora umida (se necessario aggiungere un po' d'acqua di cottura della pasta).
Finire di cuocere in padella e versare ben calda nei piatti di portata insieme al condimento e a una manciata di prezzemolo tritato (il prezzemolo che avevo io era parecchio vecchio ed ho preferito non mettercelo).
 
 
 
 
 
 

domenica 19 aprile 2015

Torta mimosa alle mele per l' MTC di aprile


Questo mese la sfida dell’MTC verte sul Pan di Spagna, una preparazione tra le più diffuse in pasticceria che si utilizza come base per la realizzazione di innumerevoli tipi di dolci.
Come ci descrive Caris nel suo blog con una vera e propria ‘lectio magistralis’, il Pan di Spagna si può fare in tanti modi, ma per l’MTC potremo seguire la ricetta base di Iginio Massari con due diversi tipi di montaggio, a caldo e a freddo, e due ricette di Leonardo di Carlo, che sono un Pan di spagna al cacao ed uno con farina di mandorle.

Essendo poco pratico di pasticceria e non avendo un’attrezzatura specifica, anche questo mese partcipare all’MTC significa per me superare grossi timori e perplessità e mettere in campo una buona dose di temerarietà. Ma questo è il bello dell’MTC: una sfida che è soprattutto contro me stesso, ma che è anche una scuola di cucina perché mi da l’occasione di imparare a realizzare ricette che forse non avrei mai avuto il coraggio di fare.

Studio attentamente le istruzioni di Caris e comincio a pensare come poter utilizzare il ‘mio’ Pan di Spagna. Alla fine decido di farci una torta mimosa alle mele.

Siccome ho poca dimestichezza con i dolci, mi segno i vari passaggi.
  1. Fare un buon Pan di Spagna
  2. Preparare le mele caramellate per il ripieno
  3. Fare una crema chantilly italiana (o crema diplomatica) mescolando parti uguali di crema pasticcera e crema chantilly
  4. Preparare la bagna (al limone e cardamomo)
  5. Allestire la Torta mimosa predisponendo il Pan di Spagna tagliato a fette in un contenitore a cupola, farcire con mele e crema ed ammorbidire con la bagna. Capovolgere il dolce, spalmare la crema tutto intorno ed attaccare sulla superficie i ‘fiori di mimosa’ ottenuti tagliando il pds a dadini piccoli.

 1 - Pan di Spagna montato a caldo (secondo Iginio Massari)

Ingredienti
  • 500 g di uova intere (9 uova bio)
  • 350 g di zucchero semolato
  • 1 baccello di vaniglia (semi)
  • 250 g di farina 00 per dolci soffici (Le Farine Magiche)
  • 100 g di fecola di patate



   - Scaldare le uova a bagnomaria, insieme allo zucchero e ai semi di vaniglia, mescolando in continuazione fino ad arrivare a 50°.

   - Trasferire la massa d'uovo in un contenitore capiente e montare con le fruste elettriche a media velocità (io non ho la planetaria) per circa 20 minuti fino a formare una schiuma stabile.

Nota: con il procedere della montatura il volume della massa è talmente aumentato che la ciotola non sarebbe bastata a contenere anche le farine. Ho dovuto quindi trasferire tutto su un contenitore molto più grande, che ho avuto cura di riscaldare un poco prima dell'utilizzo per evitare di raffreddare bruscamente la massa.

   - Setacciare 2 volte la farina con la fecola ed incorporare le polveri un po' per volta, continuando a mescolare delicatamente con una spatola con movimenti dal basso verso l'alto per evitare di smontare la massa.

   - Trasferire  l'impasto in teglie alte 4-4,5 cm, già unte con burro fuso e leggermente infarinate sia sul fondo, sia sulle pareti. Riempire gli stampi per circa 2/3 dell'altezza.

Nota: non avendo 2 teglie tonde di dimensioni adeguate, ho usato una teglia tonda da 24 cm ed una pirofila rettangolare di cm 24 x 14,5.



   - Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 22 minuti, lasciandolo aperto pochi mm mediante una paletta di legno inserita sullo sportello per permettere all'umidità di uscire.







  - Sformare il pan di Spagna quando è ancora caldo.



Nota: Il pds della teglia tonda, con rivestimento antiaderente, si è sformato subito, mentre per quello preparato nella pirofila l'operazione è stata molto più laboriosa.




2 - Mele caramellate


Ingredienti
  • 400 g di mele a polpa soda (2 mele Pinovia)
  • 30 g di burro
  • 50 g di zucchero semolato (3 cucchiai)
  • 1 cucchiaino raso di cannella in polvere
  • 1 bicchierino di rum

  - Sbucciare le mele e tagliarle a dadini.

   - Sciogliere il burro in una padella, aggiungere i pezzetti di mela e spadellare a fuoco vivace.

   - Quando la mela comincia ad ammorbidirsi, aggiungere un poco di cannella e lo zucchero. Far caramellare lo zucchero finché comincia a prendere colore.


   - Aggiungere il rum, fare flambare per far evaporare l'alcol, quindi spegnere il fuoco.

   - Trasferire tutto in una ciotola e fare raffreddare.



3 - Preparazione della crema diplomatica (o chantilly italiana)
Si tratta di mescolare insieme la crema pasticcera con la crema chantilly.

   A. Crema pasticcera

Ingredienti
  • 4 tuorli d’uovo
  • 150 g di zucchero
  • 500 ml di latte
  • 30 g di  farina
  • 20 g di fecola di patate
  • 1 pizzico di sale
  • 2-3 scorzette di limone bio

- Mettere in un tegame il latte insieme alla scorza di limone e scaldare a fuoco dolce fin quasi ad ebollizione. Spegnere il fuoco e rimuovere la scorza di limone.

   - In un secondo tegame unire lo zucchero con i tuorli d’uovo, iniziando subito ad amalgamare ma senza montare l’uovo. Unire quindi la farina e la fecola di patate, un pizzico di sale e amalgamare bene con una frusta.

   - Versare lentamente il latte ancora caldo sul composto di uova, continuando a mescolare con la frusta per evitare i grumi.

   - Scaldare nuovamente a fuoco dolcissimo, mescolando con una paletta e raschiando bene il fondo per evitare che la crema vi si attacchi e bruci. Lasciare sobbollire fino all'addensamento desiderato.






   - Spegnere il fuoco e trasferire la crema in una terrina larga e bassa per farla raffreddare.



   B. Crema chantilly


Ingredienti 
  • 250 ml di crema di latte
  • 20 g di zucchero a velo
  • 1 cucchiaino di zucchero vaniglinato
   - In una ciotola mettere la crema di latte ben fredda insieme agli zuccheri e montare il tutto con una
frusta elettrica, fino al raggiungimento della giusta consistenza: prendendo una piccola quantità con un cucchiaio vi deve aderire, scendendo a fatica.


Mescolare le due creme.


4 - Bagna al limone e cardamomo
  • 300 ml di acqua
  • 160 g di zucchero
  • 1/2 limone (succo)
  • 3 bacche di cardamomo verde

   - Mettere tutto in un tegame e far sobbollire molto dolcemente per una decina di minuti. Eliminare il cardamomo e lasciare intiepidire (usare tiepido, non freddo).



5 - Allestimento della Torta mimosa

Per ottenere una torta dalla forma tondeggiante ho usato un contenitore a cupola, tipo zuccotto. Per sformarla in sicurezza, ho rivestito la cupoletta con una pellicola.

   - Togliere la pellicina scura dalla superficie del pds. Tagliarlo quindi in modo da formare un primo strato con cui foderare il fondo e le pareti del contenitore; non usare la bagna.




   - Mettere sul fondo uno strato di crema chantilly ed uno di mele caramellate.


   - Coprire con altro pds tagliato adeguatamente; con un pennello inzuppare questo secondo strato con la bagna al limone e cardamomo, quindi versare un altro strato di crema e mele caramellate.
 
   - Procedere allo stesso modo con un terzo strato, quindi chiudere con l'ultimo strato di pds, inzuppandolo bene con la bagna rimasta.


   - Coprire con la pellicola e mettere nel freezer per almeno un paio d'ore per farlo rassodare bene. Ritirare dal frigo quando è ben duro e sformarlo capovolgendolo su un piatto.




   - Coprire tutta la superficie del dolce con uno strato uniforme di crema.


   - Attaccare prima sui bordi e poi in cima i  'fiori di mimosa', ottenuti tagliando prima a strisce e poi a cubetti le fette di pds. Pressare bene con le mani per fare aderire i fiori sulle pareti.


   - Mettere di nuovo in freezer per ottenere una massa compatta.


   - Trasferire la mimosa su una base adeguata. Decorare eventualmente con qualche lampone o altro (io però non ho aggiunto niente: less is more!).











martedì 31 marzo 2015

Pasta con carciofi e guanciale

Da qualche giorno avevo un paio di carciofi romaneschi ma non riuscivo a trovare il tempo per cucinarli.
Oggi ho deciso di usarli per condirci la pasta. Doveva essere una preparazione facile e veloce, come piace a me, ma anche appetitosa.
Come pasta ho usato 160 g di tortiglioni integrali (per 2 persone); poi mi sono serviti:

  • 2 carciofi romaneschi
  • 120 g di guanciale tagliato a cubettini (una confezione)
  • 200 ml di brodo vegetale (circa)
  • qualche foglia di menta romana
  • olio extravergine d'oliva
  • 1 bicchiere di birra
  • sale e pepe
Comincio a pulire i carciofi, togliendo le brattee esterne fino ad arrivare al cuore. Accorcio il gambo ed elimino la parte più esterna. Taglio la cima delle foglie sulla testa e li immergo in una bacinella contenente acqua acidulata con il succo di mezzo limone.

Intanto in una padella faccio tostare il guanciale insieme a un poco di olio extravergine. Quando il guanciale è ben rosolato ed ha perso gran parte del suo grasso, lo tolgo dalla padella e lo metto da parte in un piattino.

Riprendo i carciofi, li asciugo e li divido a metà. Elimino la peluria presente all'interno, che stavolta era particolarmente abbondante (i carciofi romaneschi ne dovrebbero avere poca o niente), e li taglio a striscette piuttosto sottili.
Metto a cuocere i carciofi nella stessa padella che avevo usato per il guanciale, aggiungo poi un bicchiere di birra e faccio sfumare a fuoco vivace (ho usato la birra perché non avevo a portata di mano il vino bianco).
Aggiungo un po' di brodo vegetale caldo, abbasso il fuoco e copro con un coperchio. Verso fine cottura aggiungo qualche foglia di menta romana, quindi regolo di sale e di pepe. Aggiungo altro brodo caldo quando i carciofi tendono ad asciugarsi.



Nel frattempo metto a cuocere la pasta. Quando è cotta al dente la verso nella padella e la finisco di cuocere unendo il guanciale che avevo tenuto da parte.




Metto la pasta ben condita nei piatti, cospargo con una manciata di pecorino romano grattugiato ed il piatto è pronto.